Adorazione dei Magi, XVII secolo











in vendita
- Epoca : 18° secolo - 1700
- Stile : Altri stili
- Altezza : 36cm
- Larghezza : 47cm
- Materiale : Olio su tela
- Prezzo: 1600€
- antiquario
Ars Antiqua srl - Telefono: +39 02 29529057
- Cellulare: 393664680856
- Milano,Italy
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Descrizione Dettagliata
XVIII secolo, da Perin del Vaga (1501-1547)
Adorazione dei Magi
Olio su tela, cm 47 x 36
Solo i Vangeli di Matteo e Luca descrivono la nascita di Gesù, ma, a causa della scarsità di particolari le narrazioni vennero ampliate con i dettagli forniti dai Vangeli apocrifi.Matteo narra anche l’episodio dei re magi, venuti dall’Oriente a portare doni a Gesù seguendo una stella cometa. La scena si svolge abitualmente in una capanna o davanti a una grotta, secondo le indicazioni fornite dall’apocrifo Libro di Giacomo. La capanna appare di solito in rovina poiché simboleggia l’antica legge superata dalla venuta di Cristo.
Le prime rappresentazioni dell’Adorazione si trovano dipinte nelle catacombe romane oppure scolpite sui sarcofaghi marmorei già nel II secolo. Secondo una tesi suggestiva, l'immagine dei Magi o di uno di essi, inginocchiati davanti alla Madonna e al Bambino, deriva dalla tradizione imperiale romana che raffigurava i barbari vinti nell'atto di rendere omaggio all'imperatore vittorioso. Il valore simbolico dei doni recati dai Magi, ossia l'Oro (simbolo dell'omaggio), l'Incenso (simbolo del sacrificio) e la Mirra (simbolo della morte), è stato specificato da sant'Ireneo vissuto nel II secolo. Le raffigurazioni più antiche mostrano i tre personaggi in fila indiana - con in testa un berretto frigio che accrediterebbe la loro provenienza persiana (storia dei Magi vintage) - senza alcun legame diretto con il presepio. Li troviamo in questa posizione nel celebre mosaico in sant'Apollinare Nuova a Ravenna, risalente alla seconda metà del IV secolo. Sempre a Ravenna, ma in San Vitale, essi sono raffigurati sia in un rilievo che adorna un sarcofago marmoreo del V secolo, sia - sganciati da qualunque contesto - sulla balza del vestito di Teodora nei mosaici del catino absidale del VI secolo, riprendendo, presumibilmente, il fregio marmoreo di cui si è appena detto.
Il presente replica una scena esagonale affrescata nella tredicesima volta della cosiddetta Loggia di Raffaello in Palazzo Apostolico (Città del Vaticano). Parte dell’edificio progettato dal Bramante per Giulio II quale prospetto del palazzo di Niccolò III, questa Loggia, confinante con le celeberrime Stanze, fu affrescata interamente dalla scuola di Raffaello tra il 1517 e il 1519, su cartoni dell’Urbinate. Se le prime dodici campate o volticelle in cui è suddivisa la galleria riportano ciascuna quattro scene tratte dall’Antico Testamento, l’ultima, la tredicesima, riporta invece episodi tratti dal Nuovo. Questi sono la Natività, l’Adorazione dei Magi, il Battesimo e l’Ultima Cena. Furono tutti ascritti dal Vasari a Perin Del Vaga (1501-1547), attribuzione peraltro accettata e sostenuta dalla critica storico artistica successiva. Solo il Filippini (Bollettino d’arte, 1929) le attribuì a Tommaso Vincidor da Bologna, mentre lo Hartt a Giovan Francesco Penni in collaborazione con Giulio Romano.
La Loggia di Raffaello in questione si trova al secondo piano del Palazzo Apostolico; al primo ed al terzo dello stesso si trovano altre due “Logge di Raffaello”, affrescate in tempi successivi: la galleria al primo piano, in cui lavorò la sola bottega dell’artista, fu ridecorata nella seconda metà dell’Ottocento; quella al terzo fu invece affrescata dopo il 1550 da Giovanni da Udine, allievo dell’Urbinate, per il cardinal Bibbiena.
Con Ars Antiqua è possibile dilazionare tutti gli importi fino a € 5.000 a TASSO ZERO, per un totale di 12 RATE.
Es. Tot. € 4.500 = Rata mensile € 375 per 12 mesi.
Es. Tot. € 3.600 = Rata mensile € 720 per 5 mesi.
Per importi superiori a € 5.000 o per una maggiore dilazione nel tempo (oltre 12 rate), possiamo fornire un pagamento personalizzato.
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Adorazione dei Magi
Olio su tela, cm 47 x 36
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Le prime rappresentazioni dell’Adorazione si trovano dipinte nelle catacombe romane oppure scolpite sui sarcofaghi marmorei già nel II secolo. Secondo una tesi suggestiva, l'immagine dei Magi o di uno di essi, inginocchiati davanti alla Madonna e al Bambino, deriva dalla tradizione imperiale romana che raffigurava i barbari vinti nell'atto di rendere omaggio all'imperatore vittorioso. Il valore simbolico dei doni recati dai Magi, ossia l'Oro (simbolo dell'omaggio), l'Incenso (simbolo del sacrificio) e la Mirra (simbolo della morte), è stato specificato da sant'Ireneo vissuto nel II secolo. Le raffigurazioni più antiche mostrano i tre personaggi in fila indiana - con in testa un berretto frigio che accrediterebbe la loro provenienza persiana (storia dei Magi vintage) - senza alcun legame diretto con il presepio. Li troviamo in questa posizione nel celebre mosaico in sant'Apollinare Nuova a Ravenna, risalente alla seconda metà del IV secolo. Sempre a Ravenna, ma in San Vitale, essi sono raffigurati sia in un rilievo che adorna un sarcofago marmoreo del V secolo, sia - sganciati da qualunque contesto - sulla balza del vestito di Teodora nei mosaici del catino absidale del VI secolo, riprendendo, presumibilmente, il fregio marmoreo di cui si è appena detto.
Il presente replica una scena esagonale affrescata nella tredicesima volta della cosiddetta Loggia di Raffaello in Palazzo Apostolico (Città del Vaticano). Parte dell’edificio progettato dal Bramante per Giulio II quale prospetto del palazzo di Niccolò III, questa Loggia, confinante con le celeberrime Stanze, fu affrescata interamente dalla scuola di Raffaello tra il 1517 e il 1519, su cartoni dell’Urbinate. Se le prime dodici campate o volticelle in cui è suddivisa la galleria riportano ciascuna quattro scene tratte dall’Antico Testamento, l’ultima, la tredicesima, riporta invece episodi tratti dal Nuovo. Questi sono la Natività, l’Adorazione dei Magi, il Battesimo e l’Ultima Cena. Furono tutti ascritti dal Vasari a Perin Del Vaga (1501-1547), attribuzione peraltro accettata e sostenuta dalla critica storico artistica successiva. Solo il Filippini (Bollettino d’arte, 1929) le attribuì a Tommaso Vincidor da Bologna, mentre lo Hartt a Giovan Francesco Penni in collaborazione con Giulio Romano.
La Loggia di Raffaello in questione si trova al secondo piano del Palazzo Apostolico; al primo ed al terzo dello stesso si trovano altre due “Logge di Raffaello”, affrescate in tempi successivi: la galleria al primo piano, in cui lavorò la sola bottega dell’artista, fu ridecorata nella seconda metà dell’Ottocento; quella al terzo fu invece affrescata dopo il 1550 da Giovanni da Udine, allievo dell’Urbinate, per il cardinal Bibbiena.
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