Cerchia di Giovanni Carnovali detto il Piccio








in vendita
- Epoca : 19° secolo - 1800
- Stile : Alta epoca
- Altezza : 33cm
- Larghezza : 41cm
- Materiale : pencil on paper
- Prezzo: 500€
- antiquario
Cav. Renato Musetti - Telefono: +39 0585283390
- Cellulare: 393287565328
- Carrara,Italy
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Descrizione Dettagliata
Autore: Circle di Giovanni Carnovali detto Il Piccio
Scuola Lombarda del XIX secolo
coppia disegno a matita su carta, rispettivamente di cm 12,5 x 17 e 12,5 x 9 ca.
Studio di scena galante; Studio di testa
Incorniciati in unica cornice
di dimensioni
33 x 41 cm ca.
normali segni usure e difetti sulla carta come da foto
Giovanni Carnovali, (anche Carnevali) detto Il Piccio (Montegrino Valtravaglia, 29 settembre 1804 – Coltaro, 5 luglio 1873) è stato un pittore italiano.
Il 29 settembre 1804, Montegrino diede i natali ad un pittore non da tutti conosciuto e per molti anni trascurato anche dai critici, ma che indubbiamente oggi è considerato come uno dei piu’ grandi dell’ottocento lombardo: GIOVANNI CARNOVALI detto “il PICCIO”.
La sua casa natale si trova nella piazzetta a Lui dedicata, proprio alle spalle del monumento che i Montegrinesi, su iniziativa del concittadino, avv. Giulio Moroni, hanno fatto erigere nel 1912.
Giovanni Carnovali, figlio di una contadina e di un capomastro, rimase a Montegrino solo fino all’età di otto anni, ma questo pur breve periodo gli permise di imprimere nella sua memoria e nella sua sensibilità di fanciullo il paesaggio dei boschi, del lago, delle montagne del luinese, che riemergeranno poi nei suoi dipinti, nei suoi disegni e studi dal vero.
Proprio dai molti disegni pervenuti, risulta evidente la predilezione per i luoghi solitari: boschi, fiumi, laghetti che fanno a volte da sfondo a figure mitologiche o bibliche, anche nei suoi dipinti.
Nel 1812, a otto anni, Giovanni si trasferì ad Albino, nella provincia bergamasca, dove il padre lavorava per i Conti Spini, i primi che si accorsero della sua grande predisposizione per il disegno e che affettuosamente lo soprannominarono “il Piccio”(il piccolo). Fu ammesso a soli 11 anni all’Accademia Carrara di Bergamo, dove divenne allievo di Giuseppe Diotti, maestro del neoclassicismo lombardo.
L’originalità, il temperamento e la genialità del “Piccio”, lo staccarono ben presto dalla pittura neoclassica, e lo portarono ad elaborare un proprio linguaggio pittorico. La sua personalità, considerata stravagante, lo portò a prediligere spostamenti frequenti in varie province lombarde: Bergamo, Cremona, Milano, Pavia, dove conobbe pittori e mecenati importanti, per i quali eseguì numerose opere che rispecchiano la borghesia dell’epoca.
Intraprese anche una serie di lunghi viaggi, a Parma, Firenze, Roma, Napoli che lo portarono a conoscere la pittura di Raffaello, del Correggio, del Lotto, del Parmigianino; si recò più tardi anche a Parigi dove entrò in contatto con la pittura dei maestri francesi.
Nella sua produzione artistica troviamo un gran numero di ritratti di amici mecenati, quali i Conti Spini, i Farina, i Tasca, i Marini e di tanti altri personaggi che lo stimarono. In questi ritratti l’artista, con intuizione romantica, propose un modello pittorico intimistico, non celebrativo come voleva la tradizione neoclassica.
Libero da convenzioni e da condizionamenti esteriori, “il Piccio” si spinse oltre il romanticismo e giunse ad anticipare la scapigliatura e l’impressionismo. La sua genialità pittorica, che si manifestò anche in numerose opere di ispirazione biblica, mitologica o paesaggistica, era la capacità di fermare nella tela l’intensità di un attimo, di alludere ai particolari senza descriverli, illuminando l’opera con un personalissimo effetto di luci e di ombre, con un colore vibrante.
Il 5 luglio 1873 il Po e i suoi paesaggi a Lui tanto cari, furono compartecipi della sua morte. Venne ritrovato in una lanca del fiume a Coltaro di Sissa Parmense e inumato nel 1874 nella Cappella Bertarelli, presso il Cimitero di Cremona.
Il suo capolavoro, La Pala di “Agar nel deserto”, si può ammirare presso la Basilica di Alzano Lombardo (Bg.). Numerose sue opere sono esposte presso l’Accademia Carrara di Bergamo, il Museo Civico Ala Ponzone di Cremona, Villa Belgiojoso di Milano, ed in altre Pinacoteche. dati tratti da http://www.ilpiccio.it/
Scuola Lombarda del XIX secolo
coppia disegno a matita su carta, rispettivamente di cm 12,5 x 17 e 12,5 x 9 ca.
Studio di scena galante; Studio di testa
Incorniciati in unica cornice
di dimensioni
33 x 41 cm ca.
normali segni usure e difetti sulla carta come da foto
Giovanni Carnovali, (anche Carnevali) detto Il Piccio (Montegrino Valtravaglia, 29 settembre 1804 – Coltaro, 5 luglio 1873) è stato un pittore italiano.
Il 29 settembre 1804, Montegrino diede i natali ad un pittore non da tutti conosciuto e per molti anni trascurato anche dai critici, ma che indubbiamente oggi è considerato come uno dei piu’ grandi dell’ottocento lombardo: GIOVANNI CARNOVALI detto “il PICCIO”.
La sua casa natale si trova nella piazzetta a Lui dedicata, proprio alle spalle del monumento che i Montegrinesi, su iniziativa del concittadino, avv. Giulio Moroni, hanno fatto erigere nel 1912.
Giovanni Carnovali, figlio di una contadina e di un capomastro, rimase a Montegrino solo fino all’età di otto anni, ma questo pur breve periodo gli permise di imprimere nella sua memoria e nella sua sensibilità di fanciullo il paesaggio dei boschi, del lago, delle montagne del luinese, che riemergeranno poi nei suoi dipinti, nei suoi disegni e studi dal vero.
Proprio dai molti disegni pervenuti, risulta evidente la predilezione per i luoghi solitari: boschi, fiumi, laghetti che fanno a volte da sfondo a figure mitologiche o bibliche, anche nei suoi dipinti.
Nel 1812, a otto anni, Giovanni si trasferì ad Albino, nella provincia bergamasca, dove il padre lavorava per i Conti Spini, i primi che si accorsero della sua grande predisposizione per il disegno e che affettuosamente lo soprannominarono “il Piccio”(il piccolo). Fu ammesso a soli 11 anni all’Accademia Carrara di Bergamo, dove divenne allievo di Giuseppe Diotti, maestro del neoclassicismo lombardo.
L’originalità, il temperamento e la genialità del “Piccio”, lo staccarono ben presto dalla pittura neoclassica, e lo portarono ad elaborare un proprio linguaggio pittorico. La sua personalità, considerata stravagante, lo portò a prediligere spostamenti frequenti in varie province lombarde: Bergamo, Cremona, Milano, Pavia, dove conobbe pittori e mecenati importanti, per i quali eseguì numerose opere che rispecchiano la borghesia dell’epoca.
Intraprese anche una serie di lunghi viaggi, a Parma, Firenze, Roma, Napoli che lo portarono a conoscere la pittura di Raffaello, del Correggio, del Lotto, del Parmigianino; si recò più tardi anche a Parigi dove entrò in contatto con la pittura dei maestri francesi.
Nella sua produzione artistica troviamo un gran numero di ritratti di amici mecenati, quali i Conti Spini, i Farina, i Tasca, i Marini e di tanti altri personaggi che lo stimarono. In questi ritratti l’artista, con intuizione romantica, propose un modello pittorico intimistico, non celebrativo come voleva la tradizione neoclassica.
Libero da convenzioni e da condizionamenti esteriori, “il Piccio” si spinse oltre il romanticismo e giunse ad anticipare la scapigliatura e l’impressionismo. La sua genialità pittorica, che si manifestò anche in numerose opere di ispirazione biblica, mitologica o paesaggistica, era la capacità di fermare nella tela l’intensità di un attimo, di alludere ai particolari senza descriverli, illuminando l’opera con un personalissimo effetto di luci e di ombre, con un colore vibrante.
Il 5 luglio 1873 il Po e i suoi paesaggi a Lui tanto cari, furono compartecipi della sua morte. Venne ritrovato in una lanca del fiume a Coltaro di Sissa Parmense e inumato nel 1874 nella Cappella Bertarelli, presso il Cimitero di Cremona.
Il suo capolavoro, La Pala di “Agar nel deserto”, si può ammirare presso la Basilica di Alzano Lombardo (Bg.). Numerose sue opere sono esposte presso l’Accademia Carrara di Bergamo, il Museo Civico Ala Ponzone di Cremona, Villa Belgiojoso di Milano, ed in altre Pinacoteche. dati tratti da http://www.ilpiccio.it/