La Sacra Famiglia, Giulio Romano (1499 – 1546), seguace di
















venduto
- Epoca : 17° secolo -1600
- Stile : Rinascimento, Luigi XIII
- Altezza : 83cm
- Larghezza : 95cm
- Materiale : Olio su tela
- antiquario
Stefania Ischia - Alessandro Padovani - Telefono: +39 349 4296409
- Cellulare: +39 0464 973235
- Riva del Garda,Italy
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Descrizione Dettagliata
Giulio Romano (Roma 1499 c. – Mantova 1546), seguace di
La Sacra Famiglia
Olio su tela
76 x 88 cm., in cornice 83 x 95 cm.
https://www.antichitacastelbarco.it/it/prodotto/la-sacra-famiglia-giulio-romano-seguacehttps://www.antichitacastelbarco.it/it/prodotto/la-sacra-famiglia-giulio-romano-seguace
Nella piacevole raffigurazione devozionale proposta, comunemente denominata anche "sacra conversazione”, è raffigurata la Vergine che, con un atteggiamento sereno ed un velo di timidezza, è colta mentre sostiene teneramente il Bambino tra le braccia. Diversamente dalla Vergine, il Gesù ha in sé un’assoluta vivacità fanciullesca, con il capo rivolto verso l’osservatore ed un vispo sorriso, mentre sembra accennare una carezza con la manina protesa verso la madre.
Dall’altro lato del dipinto è raffigurato San Giuseppe, che osserva amorevolmente la scena, con la mano indicante lo scorcio paesistico che si intravvede sullo sfondo, caratterizzato da alcuni rilievi montuosi ed uno specchio d’acqua, allusivi presumibilmente alle origini geografiche del committente.
Il carattere del dipinto, nonché la qualità della stesura pittorica, la sensibilità dell’esecuzione e l’equilibrio dell’invenzione, sono elementi che ci inducono a rilevarne le origini stilistiche nella raffinata cultura raffaellesca, inserendolo nel catalogo di quelle opere di successiva esecuzione e destinate a un mercato di collezionisti in cui la fama della scuola di Raffaello era ancora in auge.
La morbidezza degli incarnati, l'idealizzazione delle figure, la tenerezza delle espressioni, persino i tratti somatici delle tre singole figure: tutto ricorda Raffaello, seppur con un certo grado di personalizzazione.
In particolare possiamo ritrovarne lo stile di Giulio Romano, che, insieme ad altri nomi come Perin del Vaga, Giovan Francesco Penni, Giovanni da Udine, e Polidoro da Caravaggio, componeva il gruppo di allievi più dotati della bottega raffaellesca.
Siamo pertanto di fronte ad un dipinto eseguiti da un pittore attivo tra la fine del Cinquecento e la prima parte del secolo successivo, fortemente ispirato da questa erudita e raffinata cultura, che deve aver necessariamente studiato le creazioni di questi maestri, per poi proporre una versione affine, ma unica, non una mera copia di opere già celebri.
Il dipinto si trova in ottimo stato di conservazione.
Per ulteriori informazioni siete invitati a contattarci.
L’opera, come ogni nostro oggetto, è venduta corredata di certificato di autenticità fotografico a norma di legge.
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La Sacra Famiglia
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Nella piacevole raffigurazione devozionale proposta, comunemente denominata anche "sacra conversazione”, è raffigurata la Vergine che, con un atteggiamento sereno ed un velo di timidezza, è colta mentre sostiene teneramente il Bambino tra le braccia. Diversamente dalla Vergine, il Gesù ha in sé un’assoluta vivacità fanciullesca, con il capo rivolto verso l’osservatore ed un vispo sorriso, mentre sembra accennare una carezza con la manina protesa verso la madre.
Dall’altro lato del dipinto è raffigurato San Giuseppe, che osserva amorevolmente la scena, con la mano indicante lo scorcio paesistico che si intravvede sullo sfondo, caratterizzato da alcuni rilievi montuosi ed uno specchio d’acqua, allusivi presumibilmente alle origini geografiche del committente.
Il carattere del dipinto, nonché la qualità della stesura pittorica, la sensibilità dell’esecuzione e l’equilibrio dell’invenzione, sono elementi che ci inducono a rilevarne le origini stilistiche nella raffinata cultura raffaellesca, inserendolo nel catalogo di quelle opere di successiva esecuzione e destinate a un mercato di collezionisti in cui la fama della scuola di Raffaello era ancora in auge.
La morbidezza degli incarnati, l'idealizzazione delle figure, la tenerezza delle espressioni, persino i tratti somatici delle tre singole figure: tutto ricorda Raffaello, seppur con un certo grado di personalizzazione.
In particolare possiamo ritrovarne lo stile di Giulio Romano, che, insieme ad altri nomi come Perin del Vaga, Giovan Francesco Penni, Giovanni da Udine, e Polidoro da Caravaggio, componeva il gruppo di allievi più dotati della bottega raffaellesca.
Siamo pertanto di fronte ad un dipinto eseguiti da un pittore attivo tra la fine del Cinquecento e la prima parte del secolo successivo, fortemente ispirato da questa erudita e raffinata cultura, che deve aver necessariamente studiato le creazioni di questi maestri, per poi proporre una versione affine, ma unica, non una mera copia di opere già celebri.
Il dipinto si trova in ottimo stato di conservazione.
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