Madonna del rosario con due santi, XVII secolo












in vendita
- Epoca : 17° secolo -1600
- Stile : Altri stili
- Altezza : 90cm
- Larghezza : 50.5cm
- Materiale : Olio su tela
- Prezzo: 3800€
- antiquario
Ars Antiqua srl - Telefono: +39 02 29529057
- Cellulare: 393664680856
- Milano,Italy
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Descrizione Dettagliata
Metà XVII secolo, Scuola veneta
Madonna del rosario con San Domenico e San Francesco
Olio su tela centinata, cm 99 x 50,5 – con cornice cm 108 x 61 x 3
La tela in esame presenta l’iconografia della Madonna del Rosario circondata da angeli volteggianti e i Santi Domenico e Francesco, fondatori dei due ordini mendicanti, rispettivamente domenicani e francescani e ai quali era particolarmente caro questo tipo di devozione. La storia del Rosario è legata alla figura di San Domenico, il fondatore dell’Ordine dei Frati predicatori. Secondo il racconto del beato Alano della Rupe, San Domenico, durante la sua permanenza a Tolosa del 1212, ebbe una visione della Vergine Maria e la consegna del prezioso oggetto: il Rosario. Era stata difatti accolta la sua preghiera di avere uno “strumento” per combattere l'eresia albigese, senza violenza. Questa memoria mariana di origine devozionale si collega alla famosa Battaglia di Lepanto del 1571. In questo scontro marittimo infatti le navi della Lega Santa, composta dalla Spagna, dallo Stato della Chiesa e da Venezia, sconfissero le flotte dell’impero dei turchi. Per questa ragione, papa Pio V, volle istituzionalizzare la festa al 7 ottobre, data della battaglia. I cristiani, da sempre hanno attribuito la "vittoria" della Lega Santa sugli ottomani come un regalo fatto dalla Beata Vergine, che per la soluzione di quel tragico evento è stata invocata con numerosi rosari recitati prima della battaglia. In seguito, il Pontefice Gregorio XIII trasformò il nome da Madonna della vittoria in Festa della Madonna del Rosario. Il Santuario principale della Beata Vergine del Rosario è la famosa basilica, situata a Pompei.
L’opera si colloca nel vasto panorama della pittura veneta della metà del Seicento, in particolare si possono instaurare dei collegamenti con due figure assimilate a questa scuola: Francesco Ruschi (Roma, 1610 – Venezia, 1661) e Francesco Maffei (Vicenza, 1605 – Padova, 1660). Si vedano pertanto alcune tele, come Madonna di Loreto e i santi Romualdo, Benedetto, Agostino e Giovanni Evangelista di Ruschi (San Clemente, Venezia) oppure Martirio dei Francescani a Nagasaki di Francesco Maffei (Ca’ Rezzonico).
Francesco Ruschi detto il Rustichino nasce a Roma nel 1610. Nella capitale frequenta la "Torretta", una delle botteghe artistiche più attive e apprezzate del primo Seicento, guidata dal Cavalier D' Arpino. Nella formazione romana elemento chiave è l'incontro con Caravaggio, che diventa una componente importante nell'evoluzione dell'artista. Ruschi si trasferì a Venezia nel 1629 e acquistò una posizione di rilievo nella vita culturale della città, dando vita alla prima esperienza del neo veronismo. Ruschi da Veronese media i concetti per dare vita, attraverso la sua pittura, a un mondo speciale, in cui prevalgono elementi architettonici e forti strutture decorative. Maffei, poi, benché giovanissimo sia stato presso la bottega del manierista Alessandro Maganza, plasma anch’egli il suo stile sulla maniera della scuola veneta, ricollegandosi ai modi del Tintoretto e ai valori coloristici del Veronese. L’artista lavorò dapprima a Venezia, quindi a Vicenza sua città natale e, raggiunta la maturità, anche a Brescia negli anni quaranta del secolo. Il Maffei coniugò la concezione barocca che fonde elementi reali e situazioni fantasiose, improvvise ma possibili. La sua pittura reagisce alla grave crisi in atto, già denunciata dal Vasari nelle sue “Vite”, è nervosa, veloce, geniale: “L’operare suo fantasioso non è tale in sé, ma è per mezzo del soggetto che si avvicina alla realtà, ne compie l’esperienza e, quindi, può vedere al di là della cosa in sé, la mette, questa realtà-irreale, in relazione col tutto, dentro ad un tempo e ad uno spazio più vasti, universali”.
Con Ars Antiqua è possibile dilazionare tutti gli importi fino a € 5.000 a TASSO ZERO, per un totale di 12 RATE.
Es. Tot. € 4.500 = Rata mensile € 375 per 12 mesi.
Es. Tot. € 3.600 = Rata mensile € 720 per 5 mesi.
Per importi superiori a € 5.000 o per una maggiore dilazione nel tempo (oltre 12 rate), possiamo fornire un pagamento personalizzato.
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Madonna del rosario con San Domenico e San Francesco
Olio su tela centinata, cm 99 x 50,5 – con cornice cm 108 x 61 x 3
La tela in esame presenta l’iconografia della Madonna del Rosario circondata da angeli volteggianti e i Santi Domenico e Francesco, fondatori dei due ordini mendicanti, rispettivamente domenicani e francescani e ai quali era particolarmente caro questo tipo di devozione. La storia del Rosario è legata alla figura di San Domenico, il fondatore dell’Ordine dei Frati predicatori. Secondo il racconto del beato Alano della Rupe, San Domenico, durante la sua permanenza a Tolosa del 1212, ebbe una visione della Vergine Maria e la consegna del prezioso oggetto: il Rosario. Era stata difatti accolta la sua preghiera di avere uno “strumento” per combattere l'eresia albigese, senza violenza. Questa memoria mariana di origine devozionale si collega alla famosa Battaglia di Lepanto del 1571. In questo scontro marittimo infatti le navi della Lega Santa, composta dalla Spagna, dallo Stato della Chiesa e da Venezia, sconfissero le flotte dell’impero dei turchi. Per questa ragione, papa Pio V, volle istituzionalizzare la festa al 7 ottobre, data della battaglia. I cristiani, da sempre hanno attribuito la "vittoria" della Lega Santa sugli ottomani come un regalo fatto dalla Beata Vergine, che per la soluzione di quel tragico evento è stata invocata con numerosi rosari recitati prima della battaglia. In seguito, il Pontefice Gregorio XIII trasformò il nome da Madonna della vittoria in Festa della Madonna del Rosario. Il Santuario principale della Beata Vergine del Rosario è la famosa basilica, situata a Pompei.
L’opera si colloca nel vasto panorama della pittura veneta della metà del Seicento, in particolare si possono instaurare dei collegamenti con due figure assimilate a questa scuola: Francesco Ruschi (Roma, 1610 – Venezia, 1661) e Francesco Maffei (Vicenza, 1605 – Padova, 1660). Si vedano pertanto alcune tele, come Madonna di Loreto e i santi Romualdo, Benedetto, Agostino e Giovanni Evangelista di Ruschi (San Clemente, Venezia) oppure Martirio dei Francescani a Nagasaki di Francesco Maffei (Ca’ Rezzonico).
Francesco Ruschi detto il Rustichino nasce a Roma nel 1610. Nella capitale frequenta la "Torretta", una delle botteghe artistiche più attive e apprezzate del primo Seicento, guidata dal Cavalier D' Arpino. Nella formazione romana elemento chiave è l'incontro con Caravaggio, che diventa una componente importante nell'evoluzione dell'artista. Ruschi si trasferì a Venezia nel 1629 e acquistò una posizione di rilievo nella vita culturale della città, dando vita alla prima esperienza del neo veronismo. Ruschi da Veronese media i concetti per dare vita, attraverso la sua pittura, a un mondo speciale, in cui prevalgono elementi architettonici e forti strutture decorative. Maffei, poi, benché giovanissimo sia stato presso la bottega del manierista Alessandro Maganza, plasma anch’egli il suo stile sulla maniera della scuola veneta, ricollegandosi ai modi del Tintoretto e ai valori coloristici del Veronese. L’artista lavorò dapprima a Venezia, quindi a Vicenza sua città natale e, raggiunta la maturità, anche a Brescia negli anni quaranta del secolo. Il Maffei coniugò la concezione barocca che fonde elementi reali e situazioni fantasiose, improvvise ma possibili. La sua pittura reagisce alla grave crisi in atto, già denunciata dal Vasari nelle sue “Vite”, è nervosa, veloce, geniale: “L’operare suo fantasioso non è tale in sé, ma è per mezzo del soggetto che si avvicina alla realtà, ne compie l’esperienza e, quindi, può vedere al di là della cosa in sé, la mette, questa realtà-irreale, in relazione col tutto, dentro ad un tempo e ad uno spazio più vasti, universali”.
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