Matthias Stom (1600-1650), Sant'Antonio Abate in preghiera










in vendita
- Epoca : 17° secolo -1600
- Stile : Altri stili
- Altezza : 75cm
- Larghezza : 60cm
- Materiale : Olio su tela
- antiquario
Ars Antiqua srl - Telefono: +39 02 29529057
- Cellulare: 393664680856
- Milano,Italy
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Descrizione Dettagliata
Matthias Stom (Amersfoort?, circa 1600 — Sicilia?, circa 1650)
Sant'Antonio Abate
Olio su tela, cm 75 x 60
Perizia Prof. Mauro Lucco
La paternità del dipinto raffigurante Sant’Antonio è, nel presente caso, quesito di facile soluzione: perché la particolare emulsione di vero naturale, di rughe e pelle avvizzita, e di un colore che par illuminato più dalla luce di una torcia o di una candela fuori campo, che di un sole reale, autorizzano a riconoscervi la mano di un pittore di quel caravaggismo riformato, proveniente soprattutto da Utrecht, che sembra aver tenuto vivi quei modi, in Italia, anche dopo la loro pratica scomparsa attorno al 1630, vale a dire l'olandese Matthias, o Matteo, Stom.
Altro eccellente interprete della cosiddetta “pittura di luce”, tra i più straordinari estimatori del tardo caravaggismo europeo, Stomer nacque intorno al 1600 e si formò tra le Fiandre e l’Olanda sotto Gerard van Honthorst, nell’ambito di una cultura di passaggio tra il tardomanierismo e la grande rivoluzione naturalistica determinata dall’impatto degli artisti nordici con la pittura avanguardistica di Caravaggio. L’attività dello Stom si svolse attraverso un lungo peregrinare per la penisola italiana. Documentato per la prima volta nel 1630, in una Roma ormai in piena esplosione barocca, egli fu partecipe di un gruppo di “romantici” naturalisti. Una sua peculiarità è la raffigurazione di figure in primo piano, molto vicine al riguardante, delineate da forti contrasti chiaroscurali e realismo accentuato.
L’eccezionale abilità nel ritrarre scene notturne illuminate da torce e candele gli permise di emergere negli ambienti artistici napoletani, frequentati tra il 1633 e il 1637 circa. Fu proprio nella città partenopea che egli riuscì a rinnovare il proprio linguaggio, affiancandosi agli ultimi raggiungimenti di Jusepe Ribera e della pittura ariosa promossa nell’ambito delle correnti neovenete. Su questo fronte, senza tralasciare l’interesse per i notturni, egli si mosse una volta sbarcato a Palermo, dove rimase fino al 1645 circa, innestandosi nel circuito dei numerosi artisti fiamminghi attivi in città. Ingaggiato dalla più potente aristocrazia terriera, egli diede alla luce in Sicilia alcuni tra i suoi massimi capolavori, ultima e straordinaria espressione della poetica naturalista del primo Seicento.
Il santo è raffigurato come una solida figura dall’espressione greve, conscio del suo passato e del compito affidatogli dall’Altissimo. Le mani, nella loro perfezione formale, sono congiunte sopra il bastone, occupando il primo piano dell’immagine. Sulla sua spalla destra appare il segno del "Tau", probabilmente legato alla forma del bastone che, nell'evoluzione iconografica occidentale, egli venne col tempo acquisendo.
Insieme ad Anton Van Dyck, Matthias Stomer è uno dei più importanti pittori dell'area dei Paesi Bassi che visitarono la Sicilia nel Seicento stabilendovisi per un lasso di tempo e lasciandovi opere significative che influiscono non poco sull'arte locale. Nello spazio di circa un decennio, egli realizza una trentina di opere, di cui solo una decina sono pervenute, presenti, oltre che a Palermo e Provincia (Caccamo, Monreale), a Catania (Castello Ursino) e a Messina (Museo regionale) e Provincia (Mistretta).
Con Ars Antiqua è possibile dilazionare tutti gli importi fino a € 5.000 a TASSO ZERO, per un totale di 12 RATE.
Es. Tot. € 4.500 = Rata mensile € 375 per 12 mesi.
Es. Tot. € 3.600 = Rata mensile € 720 per 5 mesi.
Per importi superiori a € 5.000 o per una maggiore dilazione nel tempo (oltre 12 rate), possiamo fornire un pagamento personalizzato.
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Sant'Antonio Abate
Olio su tela, cm 75 x 60
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La paternità del dipinto raffigurante Sant’Antonio è, nel presente caso, quesito di facile soluzione: perché la particolare emulsione di vero naturale, di rughe e pelle avvizzita, e di un colore che par illuminato più dalla luce di una torcia o di una candela fuori campo, che di un sole reale, autorizzano a riconoscervi la mano di un pittore di quel caravaggismo riformato, proveniente soprattutto da Utrecht, che sembra aver tenuto vivi quei modi, in Italia, anche dopo la loro pratica scomparsa attorno al 1630, vale a dire l'olandese Matthias, o Matteo, Stom.
Altro eccellente interprete della cosiddetta “pittura di luce”, tra i più straordinari estimatori del tardo caravaggismo europeo, Stomer nacque intorno al 1600 e si formò tra le Fiandre e l’Olanda sotto Gerard van Honthorst, nell’ambito di una cultura di passaggio tra il tardomanierismo e la grande rivoluzione naturalistica determinata dall’impatto degli artisti nordici con la pittura avanguardistica di Caravaggio. L’attività dello Stom si svolse attraverso un lungo peregrinare per la penisola italiana. Documentato per la prima volta nel 1630, in una Roma ormai in piena esplosione barocca, egli fu partecipe di un gruppo di “romantici” naturalisti. Una sua peculiarità è la raffigurazione di figure in primo piano, molto vicine al riguardante, delineate da forti contrasti chiaroscurali e realismo accentuato.
L’eccezionale abilità nel ritrarre scene notturne illuminate da torce e candele gli permise di emergere negli ambienti artistici napoletani, frequentati tra il 1633 e il 1637 circa. Fu proprio nella città partenopea che egli riuscì a rinnovare il proprio linguaggio, affiancandosi agli ultimi raggiungimenti di Jusepe Ribera e della pittura ariosa promossa nell’ambito delle correnti neovenete. Su questo fronte, senza tralasciare l’interesse per i notturni, egli si mosse una volta sbarcato a Palermo, dove rimase fino al 1645 circa, innestandosi nel circuito dei numerosi artisti fiamminghi attivi in città. Ingaggiato dalla più potente aristocrazia terriera, egli diede alla luce in Sicilia alcuni tra i suoi massimi capolavori, ultima e straordinaria espressione della poetica naturalista del primo Seicento.
Il santo è raffigurato come una solida figura dall’espressione greve, conscio del suo passato e del compito affidatogli dall’Altissimo. Le mani, nella loro perfezione formale, sono congiunte sopra il bastone, occupando il primo piano dell’immagine. Sulla sua spalla destra appare il segno del "Tau", probabilmente legato alla forma del bastone che, nell'evoluzione iconografica occidentale, egli venne col tempo acquisendo.
Insieme ad Anton Van Dyck, Matthias Stomer è uno dei più importanti pittori dell'area dei Paesi Bassi che visitarono la Sicilia nel Seicento stabilendovisi per un lasso di tempo e lasciandovi opere significative che influiscono non poco sull'arte locale. Nello spazio di circa un decennio, egli realizza una trentina di opere, di cui solo una decina sono pervenute, presenti, oltre che a Palermo e Provincia (Caccamo, Monreale), a Catania (Castello Ursino) e a Messina (Museo regionale) e Provincia (Mistretta).
Con Ars Antiqua è possibile dilazionare tutti gli importi fino a € 5.000 a TASSO ZERO, per un totale di 12 RATE.
Es. Tot. € 4.500 = Rata mensile € 375 per 12 mesi.
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