Sacra Famiglia con San Giovannino, XVII secolo









in vendita
- Epoca : 17° secolo -1600
- Stile : Altri stili
- Lunghezza : 22cm
- Altezza : 27cm
- Materiale : Olio su rame
- Prezzo: 2600€
- antiquario
Ars Antiqua srl - Telefono: +39 02 29529057
- Cellulare: 393664680856
- Milano,Italy
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Descrizione Dettagliata
Scuola ferrarese, XVII secolo
Sacra Famiglia con San Giovannino
Olio su rame, cm 27 x 22 – con cornice, cm 39,5 x 33,5
Il genuino stupore del Bambino, che si protrae dalla Madre verso San Giovannino, catturato dal dolce fiorellino che questi tiene in mano, colora di una serenità pacata il presente olio su rame. La doppia linea di movimento che si genera in grembo a Maria, che contrappunta lo slancio del Figlio curvandosi verso San Giuseppe, consente all’artista di saggiare con accademica padronanza la differente materialità delle vesti di questa, morbidamente chiaroscurate nelle profonde pieghe.
La particolare scelta coloristica dell’artista, dedito a un compunto baluginio che definisce gli accesi abiti della Vergine, in contrapposizione alla tavolozza terrosa che invece anima Giovannino, Giuseppe e il paesaggio retrostante, contribuisce all’identificazione dell’ambito realizzativo il presente. A questo concorrono evidenti grafismi stilistici, tipici dell’ambito ferrarese affermatosi nel Cinquecento e quindi trapassati al secolo successivo, incoraggianti ad attribuire il rame ad un artista seguace di Ippolito Scarsella, meglio noto come lo Scarsellino (Ferrara, 1550 ca. – ivi, 1620). Omaggiato dalla totalità della critica come ultimo grande interprete della stagione artistica estense, lo Scarsellino primeggiò entro l’arte emiliana di Cinquecento e Seicento, influenzando colleghi quali il Guercino e i Carracci. “Figlio di un intelletto ben fondato nelle teorie dell’arte, di una fantasia gaia e vivace, di una mano se non sempre uguale a se stessa, pronta sempre, spiritosa, veloce” (Luigi Lanzi, Storia pittorica dell’Italia, 1835), lo Scarsellino fu anche debitore dello stile neoveneziano. La presente Sacra Famiglia rammenta i dipinti di soggetto analogo eseguiti dall’artista, oggi conservati presso l’Accademia Carrara di Bergamo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna (collezioni Genus Bononiae), il Museo del Settecento Veneziano e la Galleria Borghese di Roma, già nelle collezioni di Lucrezia d’Este di Urbino; si rammentino anche gli analoghi dipinti eseguiti da un anonimo emiliano (oggi custodito presso il Museo d’arte della città di Ravenna), nonché tele della stessa cerchia dello Scarsellino, oggi in collezioni private.
Nel presente dipinto è possibile individuare più generali innesti formali di cultura centro-italiana, sebbene chiaramente confinati alla zona ferrarese, quale ad esempio la particolare acconciatura della Vergine, tipica di Simone Cantarini (Pesaro, 1612 – Verona, 1648), "Largo stimator di se stesso, sprezzator d'ogni altro" a detta del Lanzi (Storia pittorica d’Italia): esemplare la sua Vergine della Sacra Famiglia del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, di Roma, testimonianza dell’attenta comunanza figurativa che allora andava caratterizzando il bacino artistico oltre il Po. Il pensiero scientifico-artistico ferrarese che soggiace al presente è altresì evidente nella comunanza mantenuta, nel formalismo generale, con le opere di Giovanni Luteri e Battista Dossi le quali, sebbene più antiche, esplicano il cromatismo di fondo di questa scuola artistica.
Con Ars Antiqua è possibile dilazionare tutti gli importi fino a € 5.000 a TASSO ZERO, per un totale di 12 RATE.
Es. Tot. € 4.500 = Rata mensile € 375 per 12 mesi.
Es. Tot. € 3.600 = Rata mensile € 720 per 5 mesi.
Per importi superiori a € 5.000 o per una maggiore dilazione nel tempo (oltre 12 rate), possiamo fornire un pagamento personalizzato.
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Olio su rame, cm 27 x 22 – con cornice, cm 39,5 x 33,5
Il genuino stupore del Bambino, che si protrae dalla Madre verso San Giovannino, catturato dal dolce fiorellino che questi tiene in mano, colora di una serenità pacata il presente olio su rame. La doppia linea di movimento che si genera in grembo a Maria, che contrappunta lo slancio del Figlio curvandosi verso San Giuseppe, consente all’artista di saggiare con accademica padronanza la differente materialità delle vesti di questa, morbidamente chiaroscurate nelle profonde pieghe.
La particolare scelta coloristica dell’artista, dedito a un compunto baluginio che definisce gli accesi abiti della Vergine, in contrapposizione alla tavolozza terrosa che invece anima Giovannino, Giuseppe e il paesaggio retrostante, contribuisce all’identificazione dell’ambito realizzativo il presente. A questo concorrono evidenti grafismi stilistici, tipici dell’ambito ferrarese affermatosi nel Cinquecento e quindi trapassati al secolo successivo, incoraggianti ad attribuire il rame ad un artista seguace di Ippolito Scarsella, meglio noto come lo Scarsellino (Ferrara, 1550 ca. – ivi, 1620). Omaggiato dalla totalità della critica come ultimo grande interprete della stagione artistica estense, lo Scarsellino primeggiò entro l’arte emiliana di Cinquecento e Seicento, influenzando colleghi quali il Guercino e i Carracci. “Figlio di un intelletto ben fondato nelle teorie dell’arte, di una fantasia gaia e vivace, di una mano se non sempre uguale a se stessa, pronta sempre, spiritosa, veloce” (Luigi Lanzi, Storia pittorica dell’Italia, 1835), lo Scarsellino fu anche debitore dello stile neoveneziano. La presente Sacra Famiglia rammenta i dipinti di soggetto analogo eseguiti dall’artista, oggi conservati presso l’Accademia Carrara di Bergamo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna (collezioni Genus Bononiae), il Museo del Settecento Veneziano e la Galleria Borghese di Roma, già nelle collezioni di Lucrezia d’Este di Urbino; si rammentino anche gli analoghi dipinti eseguiti da un anonimo emiliano (oggi custodito presso il Museo d’arte della città di Ravenna), nonché tele della stessa cerchia dello Scarsellino, oggi in collezioni private.
Nel presente dipinto è possibile individuare più generali innesti formali di cultura centro-italiana, sebbene chiaramente confinati alla zona ferrarese, quale ad esempio la particolare acconciatura della Vergine, tipica di Simone Cantarini (Pesaro, 1612 – Verona, 1648), "Largo stimator di se stesso, sprezzator d'ogni altro" a detta del Lanzi (Storia pittorica d’Italia): esemplare la sua Vergine della Sacra Famiglia del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, di Roma, testimonianza dell’attenta comunanza figurativa che allora andava caratterizzando il bacino artistico oltre il Po. Il pensiero scientifico-artistico ferrarese che soggiace al presente è altresì evidente nella comunanza mantenuta, nel formalismo generale, con le opere di Giovanni Luteri e Battista Dossi le quali, sebbene più antiche, esplicano il cromatismo di fondo di questa scuola artistica.
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