XIX secolo, Trittico di Sant’Ildefonso



















in vendita
- Epoca : 19° secolo - 1800
- Stile : Altri stili
- Altezza : 71cm
- Larghezza : 97cm
- Materiale : Olio su tela
- Prezzo: 4800€
- antiquario
Ars Antiqua srl - Telefono: +39 02 29529057
- Cellulare: 393664680856
- Milano,Italy
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Descrizione Dettagliata
Da Pieter Paul Rubens (Siegen, 1577 – Anversa, 1640), XIX secolo
Trittico di Sant’Ildefonso
Olio su tela, cm 71 x 97
Cornice, cm 91 x 117
Il presente quadro è suggestivamente collegato al grande trittico conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna eseguito da Pieter Paul Rubens (Siegen, 1577 – Anversa, 1640).
Nel 1588 il fratello dell’Imperatore Rodolfo II e vicerè del Portogallo, Alberto VII fondò a Lisbona la confraternita di sant’Ildefonso. In seguito alla sua nomina a sovrano reggente dei Paesi Bassi spagnoli (insieme a Isabella, figlia del re di Spagna Filippo II), trasferì la sede della confraternita a Bruxelles nel 1603 . Questo spiega perché un santo poco venerato nella Fiandre trova il posto in una delle pale d’altare più significative dell’ultima produzione rubensiana.
La committente è Isabella che commissiona l’opera nel 1630 in memoria del marito morto nove anni prima.
Secondo la tradizione, Ildefonso di Toledo, vescovo benedettino della città spagnola vissuto nel VII secolo, era nato da genitori sterili, grazie all’intercessione della Vergine Maria. Il bambino venne chiamato Ildefonso che significa “beato, felice”, ed educato dalla madre in una tenera devozione verso la vergine Maria, di cui sarebbe diventato un grande paladino. Il culto per sant’Ildefonso ebbe una particolare diffusione, soprattutto in Spagna e nelle Fiandre spagnole, proprio grazie all’azione del sovrano reggente, in ambito controriformistico per la sua difesa dell’Immacolata Concezione, che era stata messa in discussione proprio durante il Concilio di Trento. Secondo la leggenda Ildefonso, mentre passeggiava per la sua chiesa, ebbe una visione: una luce folgorante gli preannuncia la visione della vergine Maria in trono accompagnata da sue sante. L’immagine di Ildefonso viene rappresentata, per lo più durante l’episodio culminante della sua leggenda: come in questo caso è “l’investitura” da parte di Maria Vergine in persona che gli offre in dono una pianeta (paramento liturgico). Ai lati Rubens dipinge i due committenti Isabella e Alberto VII accompagnati dai loro santi protettori, la prima con Santa Elisabetta di Ungheria il secondo con Sant’Aberto di Lovanio con la porpora cardinalizia. Rubens non usava la forma del trittico dal 1618; la scelta di una modalità compositiva più antiquata è forse per scelta della stessa committente che voleva eludere un decreto che vietava ritratti di persone viventi nelle pale d’altare centrali. Le ali laterali in questo caso non sono connesse al pannello centrale, non solo perché divise da una cornice ma anche spazialmente, come conferma il drappo rosso ai piedi dei due effigiati e la stessa teoria di colonne sullo sfondo. Maggiore senso unitario è invece dettato dall’utilizzo dei colori, il drappo rosso ai lati richiama il manto della vergine mentre il colore giallo- oro dei reggenti si riflette nella nicchia dietro al trono. Al contrario le vesti scure dei santi patroni formano un’unità tonale con il protagonista maschile centrale.
Con Ars Antiqua è possibile dilazionare tutti gli importi fino a € 7.500 a TASSO ZERO, per un totale di 15 RATE.
Es. Tot. € 7.500 = Rata mensile € 500 per 15 mesi.
Es. Tot. € 4.500 = Rata mensile € 375 per 12 mesi.
Es. Tot. € 3.600 = Rata mensile € 720 per 5 mesi.
Per importi superiori a € 7.500 o per una maggiore dilazione nel tempo (oltre 15 rate), possiamo fornire un pagamento personalizzato.
Contattaci direttamente per avere il miglior preventivo.
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– In streaming sul nostro sito www.arsantiquasrl.com e sui nostri social Facebook e Youtube
Tutte le opere proposte da Ars Antiqua sono vendute corredate di certificato di autenticità a norma di legge e accurata scheda di approfondimento.
È possibile vedere direttamente le opere presso la galleria showroom di Milano, in via Pisacane 55 e 57.
Organizziamo personalmente trasporti e consegne delle opere, sia per l'Italia che per l'estero.
Trittico di Sant’Ildefonso
Olio su tela, cm 71 x 97
Cornice, cm 91 x 117
Il presente quadro è suggestivamente collegato al grande trittico conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna eseguito da Pieter Paul Rubens (Siegen, 1577 – Anversa, 1640).
Nel 1588 il fratello dell’Imperatore Rodolfo II e vicerè del Portogallo, Alberto VII fondò a Lisbona la confraternita di sant’Ildefonso. In seguito alla sua nomina a sovrano reggente dei Paesi Bassi spagnoli (insieme a Isabella, figlia del re di Spagna Filippo II), trasferì la sede della confraternita a Bruxelles nel 1603 . Questo spiega perché un santo poco venerato nella Fiandre trova il posto in una delle pale d’altare più significative dell’ultima produzione rubensiana.
La committente è Isabella che commissiona l’opera nel 1630 in memoria del marito morto nove anni prima.
Secondo la tradizione, Ildefonso di Toledo, vescovo benedettino della città spagnola vissuto nel VII secolo, era nato da genitori sterili, grazie all’intercessione della Vergine Maria. Il bambino venne chiamato Ildefonso che significa “beato, felice”, ed educato dalla madre in una tenera devozione verso la vergine Maria, di cui sarebbe diventato un grande paladino. Il culto per sant’Ildefonso ebbe una particolare diffusione, soprattutto in Spagna e nelle Fiandre spagnole, proprio grazie all’azione del sovrano reggente, in ambito controriformistico per la sua difesa dell’Immacolata Concezione, che era stata messa in discussione proprio durante il Concilio di Trento. Secondo la leggenda Ildefonso, mentre passeggiava per la sua chiesa, ebbe una visione: una luce folgorante gli preannuncia la visione della vergine Maria in trono accompagnata da sue sante. L’immagine di Ildefonso viene rappresentata, per lo più durante l’episodio culminante della sua leggenda: come in questo caso è “l’investitura” da parte di Maria Vergine in persona che gli offre in dono una pianeta (paramento liturgico). Ai lati Rubens dipinge i due committenti Isabella e Alberto VII accompagnati dai loro santi protettori, la prima con Santa Elisabetta di Ungheria il secondo con Sant’Aberto di Lovanio con la porpora cardinalizia. Rubens non usava la forma del trittico dal 1618; la scelta di una modalità compositiva più antiquata è forse per scelta della stessa committente che voleva eludere un decreto che vietava ritratti di persone viventi nelle pale d’altare centrali. Le ali laterali in questo caso non sono connesse al pannello centrale, non solo perché divise da una cornice ma anche spazialmente, come conferma il drappo rosso ai piedi dei due effigiati e la stessa teoria di colonne sullo sfondo. Maggiore senso unitario è invece dettato dall’utilizzo dei colori, il drappo rosso ai lati richiama il manto della vergine mentre il colore giallo- oro dei reggenti si riflette nella nicchia dietro al trono. Al contrario le vesti scure dei santi patroni formano un’unità tonale con il protagonista maschile centrale.
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